Quando i due coniugi non riescono a trovare un accordo sul divorzio, ma anche nel caso in cui una delle due parti non intenda procedere al divorzio, la parte favorevole può rivolgersi al Tribunale competente per avviare una procedura di divorzio giudiziale.
Il divorzio giudiziale si differenzia nettamente dal divorzio congiunto, nella quale invece le parti acconsentono entrambe al divorzio e raggiungono un accordo.
La legge sul divorzio ha introdotto nuove condizioni necessarie e possibili per ottenere il divorzio. La prima è naturalmente la separazione, di almeno 12 mesi se si tratta di separazione giudiziale e di 6 se si tratta di separazione consensuale.
Quando è possibile richiedere un divorzio giudiziale
Possiamo richiedere il divorzio giudiziale quando:
- Il coniuge risulta condannato per un reato, commesso anche prima del matrimonio, all’ergastolo (pena superiore ai 15 anni), ad eccezioni dei reati politici e reati commessi per motivi di valore morale e sociale
- Il coniuge risulta condannato a una qualsiasi pena detentiva ai sensi dell’art. 564 del Codice Penale o ai sensi degli artt. 519, 521, 523, 524 del Codice Penale.
- Il coniuge, assolto dalla condanna per uno dei reati ai punti precedenti, risulta non inidoneo alla convivenza familiare per sentenza del giudice competente nel pronunciare lo scioglimento del matrimonio
- Come già anticipato, i coniugi sono già separati per via consensuale o giudiziale.
Come funziona il divorzio giudiziale
La domanda di divorzio va sempre trasmessa al tribunale del luogo di residenza dei coniugi o del domicilio. Alla domanda va allegato anche il ricorso, contenente i fatti e gli elementi di diritto sui quali si basa la domanda di scioglimento e dove viene indicata l’esistenza di eventuali figli.
Quali sono i documenti da presentare per il ricorso giudiziale?
Per presentare la domanda di divorzio giudiziale, è necessario allegare una serie di documenti:
- Estratto integrale dell’atto di matrimonio
- Certificato di residenza
- Stato di famiglia
- Dichiarazioni dei redditi degli ultimi 3 anni
- Copia autentica della sentenza di separazione e omologa della separazione
Quali sono le conseguenze del divorzio giudiziale?
Una volta terminato il procedimento e dietro pronuncia della sentenza di scioglimento del matrimonio, si procede all’annotazione della stessa all’atto di matrimonio. Inoltre, secondo quanto recita l’articolo 5 della legge sul divorzio, la donna perderà definitivamente il cognome del coniuge, sebbene la stessa possa fare richiesta di conservarlo. Per quanto riguarda le conseguenze economiche, il tribunale, prendendo visione delle condizioni economiche di entrambi i coniugi, obbliga uno dei due ad emettere periodicamente un assegno di mantenimento in favore dell’altro. L’obbligo cade se il coniuge al quale è destinato l’assegno contrae un nuovo matrimonio. Infine, il coniuge non titolare dell’assistenza sanitaria mantiene comunque il diritto presso l’ente mutualistico che assiste l’altro coniuge, perdendolo solo con un nuovo matrimonio.
I tempi del divorzio giudiziale
È naturale che i tempi del divorzio giudiziale sono più lunghi rispetto al divorzio consensuale. La lunghezza dell’intero procedimento dipende generalmente dal grado di disaccordo tra le parti, che potrebbe generare ulteriori consulenze e udienze, ma anche dall’efficienza del Tribunale competente. Normalmente, la durata del procedimento non è mai inferiore a 1 o 2 anni.
Costi di un divorzio giudiziale
Insieme ai tempi, anche i costi di un divorzio giudiziale possono variare notevolmente in base al numero di udienze, degli atti da presentare o dal numero di incontri. Non esiste un modo per prevedere il costo esatto dell’intera procedura. Possiamo tuttavia stimare che i costi si aggirano in media tra i 1500 e i 3000 euro.
Per maggiori informazioni, vi indirizziamo alla pagina Wikipedia sul divorzio